La fine dell'Ottocento e l'apertura del Novecento sono un periodo molto effervescente dal punto di vista culturale ed artistico.
Contemporaneamente si manifestano movimenti Reform, che rivendicano la semplificazione e la funzionalità, e fenomeni che ricercano nelle proprie produzioni pregio e decorativismo, seppur aggiornati alla produzione meccanica industriale.Tantissimi sono i nomi di spicco: Gustav Klimt, Koloman Moser, John Everett Millais, Otto Wagner, Joseph Maria Olbrich, William Morris, Victor Horta, Peter Berens, Antoni Gaudi, Paul Poiret, Mariano Fortuny.
La borghesia ottocentesca cercò di arginare l'indistinzione generalizzata e dall'omologazione, causata dall'industrializazzione che produceva oggetti in serie, circondandosi di oggetti rari e decoratissimi.
Artisti ed intellettuali cercarono di frenare questa estetica ridondante ed effimera, rivalutando i principi originari della cultura borghese: il lavoro, la funzionalità, la sobrietà.
L'americana Amelia Bloomer nel 1851, si spogliò delle ingombranti gonne in crinolina a favore di corti gonnellini e pantaloni alla turca. Dietro a questa scelta oltre ad una maggiore agilità e praticità, si celavano anche i primi sentimenti femministi. Ovviamente generò scandalo, non tanto per il pudore, che non venne oltraggiato ma perfettamente rispettato, neanche per il discostamento dalla moda generale di fine secolo, che, subendo gli influssi orientali, prevedeva un abbigliamento meno rigido e costruito. Il problema erano i pantaloni: l'Occidente non accettava che una donna indossasse l'indumento principe simbolo di mascolinità.
Artisti ed intellettuali cercarono di frenare questa estetica ridondante ed effimera, rivalutando i principi originari della cultura borghese: il lavoro, la funzionalità, la sobrietà.
L'americana Amelia Bloomer nel 1851, si spogliò delle ingombranti gonne in crinolina a favore di corti gonnellini e pantaloni alla turca. Dietro a questa scelta oltre ad una maggiore agilità e praticità, si celavano anche i primi sentimenti femministi. Ovviamente generò scandalo, non tanto per il pudore, che non venne oltraggiato ma perfettamente rispettato, neanche per il discostamento dalla moda generale di fine secolo, che, subendo gli influssi orientali, prevedeva un abbigliamento meno rigido e costruito. Il problema erano i pantaloni: l'Occidente non accettava che una donna indossasse l'indumento principe simbolo di mascolinità.
Queste ondate rivoluzionarie e femministe si espansero anche in Germania dove nacque il movimento della Reformkleidung, che si opponeva alla moda, soprattutto a quella francese, perchè era la portabandiera di abiti e bustini antigienici e pericolosi per la gravidanza.
Ci fu una stretta alleanza tra la medicina ufficiale, che temeva appunto malformazioni o sterilità, e i primi movimenti che parlavano di emancipazione femminile, sia dal punto di vista del diritto di voto e di cittadinanza, sia da quello di esistenza sociale e culturale.
L'abolizione del corpetto e l'introduzione dei pantaloni alla turca culturalmente significava abilitare la donna alla vita e al lavoro, mettendo in discussione il suo storico ruolo di madre e genitrice.
Ci fu una stretta alleanza tra la medicina ufficiale, che temeva appunto malformazioni o sterilità, e i primi movimenti che parlavano di emancipazione femminile, sia dal punto di vista del diritto di voto e di cittadinanza, sia da quello di esistenza sociale e culturale.
L'abolizione del corpetto e l'introduzione dei pantaloni alla turca culturalmente significava abilitare la donna alla vita e al lavoro, mettendo in discussione il suo storico ruolo di madre e genitrice.
I preraffaeliti ufficializzarono questa rivoluzione nei costumi. Nei loro quadri venivano rappresentate donne con abiti a modello medievale, cioè morbidi, con ampie maniche senza corpetti e crinolina. Anche i capelli erano lasciati sciolti, liberi anch'essi da ogni costrizione ed elaborata costruzione.
Il nome fa riferimento all'arte esistita prima di Raffaello Sanzio, capostipite dell'idealizzazione della natura, della perfetta e scrupolosa verosimiglianza. Artisti come Sandro Botticelli e il Perugino sono i loro eletti punti di riferimento perché le loro rappresentazioni, velate da un leggero panneggio, non aderivano perfettamente, in senso accademico, alla realtà ma proponevano una linearità della natura che si distacca dalla verosimiglianza.
Come gli abiti, anche le linee sono flessuose, sinuose e fluide. La stilizzazione è data dall'assenza di profondità e dallo sfondo piatto, tipico della pittura medievale.
Il nome fa riferimento all'arte esistita prima di Raffaello Sanzio, capostipite dell'idealizzazione della natura, della perfetta e scrupolosa verosimiglianza. Artisti come Sandro Botticelli e il Perugino sono i loro eletti punti di riferimento perché le loro rappresentazioni, velate da un leggero panneggio, non aderivano perfettamente, in senso accademico, alla realtà ma proponevano una linearità della natura che si distacca dalla verosimiglianza.
Come gli abiti, anche le linee sono flessuose, sinuose e fluide. La stilizzazione è data dall'assenza di profondità e dallo sfondo piatto, tipico della pittura medievale.
L'intento del gruppo coinvolgeva anche tutta la vita moderna, almeno per William Morris che, col suo movimento Arts and Crafts, metteva in discussione il modello di produzione capitalistica e industriale degli oggetti: proponeva il ritorno al lavoro artigianale per la raffinatezza della lavorazione seppur riproducibile in modo da generare oggetti che avevano tutte le qualità del prodotto artistico unico.
La sua era un'arte totale, cioè coinvolgeva ogni aspetto della vita, infatti Morris previde e disegnò anche gli abiti, che combaciavano con quelli dei preraffaeliti e che, nel tempo, si intrecciarono con le influenze della cultura giapponese.
Altro sostenitore dell'arte totale fu Henry va de Velde.
Modificare l forma degli oggetti d'uso in chiave estetica, più che funzionale significava indurre l'abitudine a un gusto più colto e raffinato e quindi costringere la società borghese a compiere un salto culturale. Questa educazione al gusto avrebbe portato a una trasformazione nella forma e nella funzione degli oggetti e, di conseguenza, a una messa in discussione del metodo di produzione.
E' da questa rivoluzione del sistema della arti applicate che nasce il moderno Design!
La sua era un'arte totale, cioè coinvolgeva ogni aspetto della vita, infatti Morris previde e disegnò anche gli abiti, che combaciavano con quelli dei preraffaeliti e che, nel tempo, si intrecciarono con le influenze della cultura giapponese.
Altro sostenitore dell'arte totale fu Henry va de Velde.
Modificare l forma degli oggetti d'uso in chiave estetica, più che funzionale significava indurre l'abitudine a un gusto più colto e raffinato e quindi costringere la società borghese a compiere un salto culturale. Questa educazione al gusto avrebbe portato a una trasformazione nella forma e nella funzione degli oggetti e, di conseguenza, a una messa in discussione del metodo di produzione.
E' da questa rivoluzione del sistema della arti applicate che nasce il moderno Design!
A Vienna la ricerca sull'abito d'artista avveniva all'interno della Wiener Werkstätte, la scuola di arti applicate fondata nel 1903 da Joseph Hoffmann e Koloman Moser.
Gustav Klimt, l'esponente più importante della Secessione, disegnò per sé e per la sua compagna Emilie Flöge modelli ispirati alle tradizioni orientali: semplici nella linea, raffinati nei tessuti e negli schemi decorativi.
Emilie Flöge, insieme alla sorella, dirigevano un'importante casa di moda a Vienna, la Schwestern Flöge, la quale contribuirà a diffondere il nuovo modello di abbigliamento "alla orientale".
Paul Poiret ne rimarrà molto colpito, tanto da trarne molte ispirazioni che contribuirono a modificare anche la moda parigina.
Gustav Klimt, l'esponente più importante della Secessione, disegnò per sé e per la sua compagna Emilie Flöge modelli ispirati alle tradizioni orientali: semplici nella linea, raffinati nei tessuti e negli schemi decorativi.
Emilie Flöge, insieme alla sorella, dirigevano un'importante casa di moda a Vienna, la Schwestern Flöge, la quale contribuirà a diffondere il nuovo modello di abbigliamento "alla orientale".
Paul Poiret ne rimarrà molto colpito, tanto da trarne molte ispirazioni che contribuirono a modificare anche la moda parigina.
Seguendo le indicazioni delle inglesi Arts and Crafts di Morris, l'Art Nouveau voleva rinnovare l'oggetto d'uso della produzione industriale, conferendogli nuova dignità e qualità, come i vetri di Emile Gallé o le sedie di Joseph Hoffman.
Nuovo era anche il suo approccio alla decorazione, che veniva concepita per la prima volta in modo unitario ed organico con la sua funzione.
Architetture, arredi, suppellettili erano parti integranti di un orizzonte generale volto all'estetizzazione della vita quotidiana.
Il movimento ebbe una rapida e capillare diffusione, assumendo nomi e caratteristiche diverse a seconda del paese. Art Nouveau è il suo nome francese, Modern Style quello inglese, Liberty quello italiano, Jugendstil il nome tedesco e Sezessionstil quello viennese.
Natura, linee sinuose, motivi stilizzati, forme zoomorfe e fitomorfe, strutture che scompaiono sotto all'elemento decorativo, energia, ritmo, simmetria: questa è l'Art Nouveau.
Nuovo era anche il suo approccio alla decorazione, che veniva concepita per la prima volta in modo unitario ed organico con la sua funzione.
Architetture, arredi, suppellettili erano parti integranti di un orizzonte generale volto all'estetizzazione della vita quotidiana.
Il movimento ebbe una rapida e capillare diffusione, assumendo nomi e caratteristiche diverse a seconda del paese. Art Nouveau è il suo nome francese, Modern Style quello inglese, Liberty quello italiano, Jugendstil il nome tedesco e Sezessionstil quello viennese.
Natura, linee sinuose, motivi stilizzati, forme zoomorfe e fitomorfe, strutture che scompaiono sotto all'elemento decorativo, energia, ritmo, simmetria: questa è l'Art Nouveau.
Se vi capita di andare a Torino, o se siete di Torino, vi consiglio vivamente di vedere la mostra dei Preraffaeliti presso il Palazzo Chiablese, vicino al Palazzo Reale: http://www.mostrapreraffaelliti.it/
Fonti:
Enrica Morini, Storia della Moda XVIII-XX1 secolo, Skira, 2011
Gabriella D'Amato, Moda e design, Bruno Mondadori, 2010
Cally Blackman, 100 anni di moda, Mondadori, 2012
www.wikipedia.it